I cataloghi della collezione

Alla ricerca dei suoni perduti
Arte e musica nella collezione di Fernanda Giulini

Tutti gli strumenti sono schedati in una serie di cataloghi che sviluppano il tema del primo volume scritto dal grande studioso John Henry van der Meer. Il titolo del catalogo generale è Alla ricerca dei suoni perduti. Tutti i libri sono in doppia lingua, italiano e inglese e hanno un CD con registrati dei brani eseguiti sugli strumenti storici.

Fernanda Giulini racconta il motivo per il quale è diventata editore. “Il catalogo scritto da van der Meer, musicologo autorevole insignito di premi in tutto il mondo, doveva essere pubblicato da una delle case editrici che avevano sempre seguito l’opera dello scrittore, ma il tempo passava e il catalogo non era mai finito.
Il vero motivo era che, alla domanda di van der Meer se desiderassi un catalogo o una guida, avevo risposto incautamente con la richiesta di un catalogo, senza rendermi conto dell’impegno che richiedeva.

Il lavoro di preparazione ha richiesto molti anni che sono stati meravigliosi per l’amicizia, spesso piena di ironia, che mi legava a van der Meer e per l’incontro con i colleghi che lo raggiungevano da tutto il mondo per godere della sua compagnia e definire i dettagli scientifici che via via si ponevano. Van der Meer mi chiese di registrare la voce degli strumenti che stava studiando perché, disse, se avessi suonato io avrei dimostrato che era possibile passare da un cembalo a uno Steinway.
Mi chiese di registrare dei brani famosi che potessero illustrare la “ricerca dei suoni perduti”.

Sotto la sua guida gli strumenti venivano restaurati e ritrovavano la loro voce. Van der Meer aveva insegnato in università e la passione per la didattica lo aveva seguito per tutta la vita.
Capivo che non potevo oppormi al desiderio di un grande studioso che mi invitava a percorrere una strada nuova, anche se piena di insidie per chi, come me, conosceva solo il pianoforte moderno.

Ho accettato la sfida e un certo giorno, evidentemente soddisfatto del suo lavoro di attento studioso, mi chiese di pubblicare il catalogo, completo di CD, il più presto possibile perché lo spazio della vita non è purtroppo infinito. Mi aveva anche chiesto che il testo fosse in doppia lingua, italiano e inglese, perché potesse andare per il mondo, senza confini, come è giusto che sia la vera cultura.
La novità del catalogo era di avere delle magnifiche introduzioni a ogni settore di strumenti e ho sempre pensato che van der Meer le avesse scritte come una lezione universitaria, forse anche perché aveva verificato che, pur amando la musica e il pianoforte, avevo delle lacune culturali enormi, perché nessuno mi aveva mai insegnato il segreto della meccanica dei pianoforti dalla quale deriva la qualità del suono.
L’organologia è un esame universitario e non è un esame complementare del Conservatorio.

Van der Meer è stato quindi per me molto più di un maestro perché ha profondamente cambiato la mia vita e sono lieta di avere assolto, nel limite del possibile, i compiti ardui che mi ha affidato.
Così come aveva voluto, il catalogo Alla ricerca dei suoni perduti è diventato un testo noto in tutto il mondo e, per affetto e riconoscenza verso di lui, ho pensato che fosse giusto definire “Appendici” i libri pubblicati negli anni successivi, anche se si tratta in realtà di testi completi in ogni argomento che viene affrontato. La collezione di strumenti si allargava e i cataloghi seguivano il suo sviluppo.

Tutti i libri sono nel nostro sito per chi voglia percorrere un inconsueto viaggio musicale nella storia degli strumenti.”